La verifica della cultura (diritti, doveri e consapevolezza in un piccolo paese)

Nel numero di novembre del magazine di Capurso Web Tv a pag. 11 è stato pubblicato un articolo nella rubrica “La voce del cittadino”, a firma di Mario Boezio, che riproponiamo qui di seguito.

Quante e quali sono le differenze tra un paese e la città? Tante ovviamente. La città offre molto ma alcune peculiarità sono tipiche del paese o della piccola comunità, dove il confronto è d’obbligo e la convivenza sociale costante, a volte inevitabile. Qui la partecipazione promiscua fa sì che “l’identità culturale” dell’intero nucleo sia facilmente visibile, ponderabile e quindi migliorabile dando per scontato che la cultura non è aver letto dieci o cento libri, visitato mostre, concerti, vissuto importanti e copiose esperienze, etc., ma la sommatoria di tutto questo in termini di qualità e sensibilità acquisita.Non è necessario, ad esempio, ricordare i versi di una poesia di Alda Merini o di Pasolini, ma proficuo sarà nutrirsi delle emozioni scaturite da quelle letture. All’interno di una comunità dunque e proprio a causa della promiscuità e per influenza reciproca, ciò assume più valenza perché, come diceva Italo Calvino ne Le città invisibili: “stando insieme…esige attenzione e apprendimento continui”. Pertanto, non essendo sufficiente la somministrazione anche corposa (e sempre bene accetta) di eventi diversi e affinché si renda possibile monitorare questa crescita culturale (o decrescita), gli indicatori utilizzabili potrebbero dividersi in due categorie: quella riguardante il cittadino e quella relativa alla gestione della “Cosa Pubblica”, a partire dai più frequenti (ma non per questo meno importanti).

Del cittadino. Quelli che…

– i più insospettabili ma inaffidabili, sedicenti persone per bene, conferiscono rifiuti d’ogni genere a ogni ora del giorno;

– sfrecciano in auto, moto e musica ad altissimo volume, quasi a sfidare chi lamenta il fastidio e la maleducazione del gesto;

– parcheggiano in doppia o tripla fila senza chiedere scusa al malcapitato costretto a lunghe attese il loro ritorno;

– preferiscono l’appuntamento conviviale ad un evento culturale perché difficile, incomprensivo, impegnativo o semplicemente perché “non fa ridere”;

– ripetono assunti del tipo  “il jazz non mi piace” (o altro genere pseudo-colto), inconsapevoli che durante la giornata,  nei jingles pubblicitari o nelle sigle radiotelevisive, ne apprezzano più di quanto non credano;

– di un film giudicano solo la trama senza minimamente preoccuparsi di capire il ruolo del regista, del montatore, del direttore della fotografia, dello sceneggiatore, etc., elementi essenziali per la valutazione di un film;

– in generale, operano scelte solo di tipo emozionale, dell’ultimo momento, senza riferimenti ideologici (non necessariamente di tipo politico);

– continuano a giustificare il loro disimpegno sociale con atteggiamenti e giustificazioni del tipo:”tanto sono tutti uguali”;

– continuano a credere che i servizi, il lavoro, il welfare e quant’altro siano un favore concesso da chissà chi, anziché un diritto e sopprimendo così la propria dignità.

Della “Cosa Pubblica”. Quelli che…

– nei grandi eventi si assegnano più posti a sedere di quelli riservati ai comuni cittadini;

– promettono e promettono senza sapere neppure cosa promettono e a chi;

– si ergono gratuitamente ad un gradino più alto alimentando nella povera gente l’odioso concetto di gerarchia sociale;

– rigettano le indicazioni legittime dei cittadini anziché coglierle come opportunità di analisi e autocritica;

– usano la politica con tecniche di marketing imponendo così scelte non proprio trasparenti;

– sono restii a consulenze professionali riconosciute nel settore della cultura, della finanza o quant’altro, anche se esterne al loro corpo elettorale, rinunciando a risultati ottimali rispetto al “fai da te”:

– tralasciano il problema della sicurezza causando il proliferare di malavita e instabilità sociale;

– disattendono la promessa di costante, pubblico confronto coi cittadini.

L’analisi può essere ampliata ma tutto questo, comunque, concorre alla cultura di un paese e fa sì che un cittadino possa ostentare con orgoglio e consapevolezza il proprio campanile. Pertanto, se tutti gli “indicatori” saranno positivi e la consapevolezza di tutti, allora la crescita culturale sarà più veloce, durevole e genuina. In caso contrario si perpetuerà la rassegnazione della mediocrità.

Mario Boezio

Redazione

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Computer: impariamo a curarli e sfruttarli di più per una convivenza più proficua

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Nel numero di ottobre del magazine di Capurso Web Tv a pag. 8 è stato pubblicato un articolo nella rubrica “La voce del cittadino”, a firma di Mario Boezio, che riproponiamo qui di seguito.

Mi capita sovente di dover supportare amici o parenti il cui computer è bloccato o è diventato lento, fino al punto che qualunque operazione diventa impossibile. La richiesta d’aiuto, di solito, è del tipo: avresti cinque minuti di tempo per dare uno “sguardo” al mio pc? Naturalmente, pur sapendo che ci spenderò molte ore, per deformazione professionale e nella eventualità di una formattazione del sistema,  mi informo sulla esistenza o meno di un salvataggio dei dati (backup) ma nella stragrande  maggioranza dei casi la constatazione è che i richiedenti non sanno neppure di cosa sto parlando e che la perdita di fotografie, video o musica  genererebbe un dolore mortale incommensurabile. A questo punto, sperando di fare cosa utile e gradita e senza pretesa di sostituirmi ai professionisti del settore, mi permetto di suggerire poche, semplici regole che tutti dovrebbero conoscere, anche i non esperti, ma che spesso per paura, diffidenza  o pigrizia non vengono messe in atto, sottraendo anche il piacere e la soddisfazione di essere più autonomi nella gestione dello stesso computer. Anche se alcune di quelle che enuncerò potranno sembrare ostiche conviene fare proprie le regole che seguono, perché ci consentiranno di scoprire, successivamente, che non sono nulla di trascendentale e che anzi ci stimoleranno ad approfondirle col risultato di ottimizzare e massimizzare l’uso di questo insostituibile strumento, amico ormai della nostra quotidianità.

–        munirsi di un disco esterno o chiavetta, su cui salvare una copia di tutti i dati ritenuti sensibili e importanti, sia dal punto di vista affettivo, come foto, musica, film, etc., che dal punto di vista professionale o amministrativo (fatture, pagamenti, avvisi, etc.);

–        installare un buon antivirus, un antimalware e un programma di pulizia (ve ne sono tanti in circolazione, gratuiti ed efficienti come Avast, Malwarebytes e Ccleaner);

–        assicurarsi che questi siano sempre aggiornati e farli “girare” spesso;

–        in alcune piattaforme (per esempio Windows 7, 8 o 10) l’antivirus potrebbe essere superfluo perché è già compreso nel “pacchetto” di base  e la coesistenza di due programmi simili potrebbe creare qualche problema;

–        ogni tanto o quando sembra necessario (lentezza o comportamenti anomali) utilizzare la funzione di scandisk all’avvio, che consente un check dei file system (files vitali per la funzionalità del sistema operativo);

–        non lasciare mai il pc incustodito;

–        non lasciarlo perennemente collegato alla rete, e quando non serve disconnetterlo;

–        non inserire brutalmente chiavette, memorie o altri supporti provenienti da fonti incerte e che potrebbe trasmettere virus o quant’altro;

–        nella eventualità in cui il pc venga portato presso un centro riparazione,  e per la sicurezza della propria privacy, rimuovere il disco fisso (che contiene tutti i nostri dati);

–        nel caso in cui fosse necessario lasciarlo in sede (controllo di eventuali problemi di tipo software) assicurarsi di avere cancellato tutti i nostri dati eventualmente presenti in files o cartelle (estremi di documenti bancari, personali, etc.);

–        nel caso in cui si abbia il sospetto che i minorenni frequentino siti poco affidabili, verificare la cronologia ed eventualmente configurare la rete in modo che l’accesso ad essi sia ridotto o limitato ( DNS sicuri);

–        nella maggior parte dei casi vengono acquistati computer potenti perché è trendy, ignorando però che di essi viene sfruttata solo la minima parte; quindi se le esigenze non sono di tipo multimediale (applicazioni grafiche, montaggi video, etc.) o professionale, con uso impegnativo di calcoli scientifici, orientiamoci su una scelta che sia un compromesso tra prezzo e prestazioni.

Naturalmente l’elenco sarebbe infinito ma questi pochi suggerimenti costituiscono la base, sono fondamentali e valgono per una utenza di tipo domestico, comunque non professionale; nel qual caso sarebbero inutili e ridondanti. Anzi sarebbe bene accetta l’aggiunta di altri consigli da parte di colleghi più esperti, attenti e disponibili. L’augurio del sottoscritto è che siano di stimolo ad un utilizzo più proficuo delle potenzialità di un pc che sono davvero molto più di quanto immaginiamo. Alcuni riferimenti a concetti leggermente più tecnici (file system, DNS, etc.), prevede, inizialmente, l’aiuto di figure più esperte ma una volta metabolizzati faranno parte di una cultura informatica grazie alla quale avremo acquisito più sicurezza ed autonomia.

Mario Boezio

m.boezio@tiscali.it

Redazione

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