“L’arte la odi, la ami; come l’amore non ha regole, non ha prezzo ma è commerciale; è un oggetto ma è soggettiva. Vuol dire tutto, no vuol dire niente; può valere tutto, può valere niente; ha il valore che le dai. Noi le abbiamo dato il prezzo più basso.”
Così recita il manifesto della galleria temporanea di arte contemporanea I LOW ART, che ha salutato domenica 30 gennaio, dopo tre mesi il pubblico barese con un finissage nella sua sede di via De Rossi 94. I LOW ART, nome che non poteva meglio racchiudere ed esprimere i principi base del progetto di Mara Nitti, Lisa Nitti e Kostantinos Karapidakis: l’amore per l’arte e il carattere internazionale e la dimensione lowcost. Sì, perché la parola d’ordine è proprio low cost con un obiettivo specifico, quello di rendere più accessibile il mercato dell’arte, permettendo a chiunque, collezionisti consolidati e non, di acquistare un’opera unica tra più di 150 tra disegni, foto, dipinti, installazioni dei tanti artisti in mostra. E tra questi un nostro concittadino che ha fatto delle sue capacità e del suo grande estro il suo punto di forza: Francesco Urbano food artist o meglio food designer che ha raccontato ai nostri microfoni dei suoi lavori e della sua partecipazione al progetto.
Valeria Fazio
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