“Correggere la circolazione venosa non distruggendo le vene ma conservandole” è questo il forte messaggio che sabato 9 marzo è stato il fulcro della giornata dedicata alla Flebologia Emodinamica, dell’Accademia Italiana di Flebologia Emodinamica, organizzata presso la sala convegni del P.O. “San Paolo” e fortemente voluta dal dott. Antonio Di Gioia, medico specialista in Dermatologia e Flebologia, di origine capursese.
Il convegno ha avuto come tema principale l’utilizzo della cura C.H.I.V.A (Cura Conservativa ed Emodinamica dell’Insufficienza Venosa in Ambulatorio) per il trattamento delle varici ideata e messa a punto dal prof. Claude Franceschi – Direttore del Laboratorio Vascolare dell’ospedale “Saint Joseph” di Parigi, presente al seminario.
La cura, ideata per conservare i tronchi safenici continuando così ad assicurare il drenaggio dei tessuti cutanei e sottocutanei, è basata su una cartografia anatomica ed emodinamica precisa della rete superficiale degli arti inferiori con un marcaggio sottocutaneo eseguito sotto controllo Eco-Doppler. Il trattamento comporta la diminuzione della pressione venosa attraverso il frazionamento delle colonne di sangue e la deconnessione degli SHUNT veno-venosi (vie anomali di scarico venoso).
A parlarci meglio di questa tecnica e dell’importanza di questo incontro è stato proprio il dott. Antonio Di Gioia:
Molti gli specialisti intervenuti, tra questi anche il dott. Michele Battaglia e il dott. Francesco Perilli entrambi capursesi d.o.c.
Ai numerosi partecipanti è stata rilasciata una certificazione di 8 crediti formativi in quanto, l’evento di rilevanza internazionale, è nato con l’obiettivo formativo di fornire una documentazione clinica con percorsi clinico-assistenziali, diagnostici e riabilitativi, profili di assistenza e di cura.
Elena De Natale
foto: Sergio Scagliola