Abbiamo ricevuto e pubblichiamo integralmente una lettera pervenuta in redazione dal Sig. Sergio Tatoli.
Lettera
Con la presente lettera volevo rispondere alle baggianate lette su un blog di un nostro amministratore acculturato, l’articolo a cui mi riferisco è intitolato “Teatro nel Borgo… Il Borgo diventa teatro!”. Spero che sia chiaro il concetto di noi commercianti, noi vogliamo lo spettacolo, ben vengano queste iniziative, noi vogliamo sia il teatro nel borgo e che il borgo diventi teatro. Chi sta creando confusione siete voi uomini di cultura, state creando un minestrone, avete ucciso il commercio, non è la prima volta che ve lo dico, lo ripeterò all’infinito. Sono ripetitivo ma qui la situazione non cambia veniamo ignorati. La cultura notturna in piazza Gramsci che volevate creare, i canti tradizionali, i balli tradizionali, il teatro, ben vengano; ma non mi venite a dire che queste manifestazioni portano gente e commercio, perché le 20-30-50 persone massimo che frequentano durante le sagre non ci faranno arricchire. Il commercio non può sollevarsi solo con queste serate e la mattina che facciamo? Ci sventoliamo? Ci buttiamo il vento in faccia? Cosa ci azzecca parlare di commercio e di queste festicciole, questo è quello che non capisce l’acculturato imbianchino. Caro imbianchino le faccio un esempio: un giorno tutti i suoi clienti non pittano più casa loro e dicono che sulle pareti mettono le poesie e nei bagni le canzoni di jazz. L’imbianchino di cosa mangia se non lavora più. Si ciba di cultura e di jazz? Questo dovrebbe capire l’acculturato e gli altri come lui. Questa è una problematica seria su cui voi amministratori dovete intervenire invece di ignorare. Peggio c’è qualcuno dei vostri che prende il problema alla leggera, ci ride su e deride il sottoscritto. L’imbianchino potrebbe diventare anche ministro della cultura ma del commercio e dei commercianti non capisce e non gli interessa niente. Lavorare è un nostro diritto. Lui non è la persona giusta per parlare di commercio quindi faccia l’acculturato e lasci stare il commercio. Ho letto il riferimento alla gente che sta cercando di rubare voti facendo finte promesse, e che qui bisogna rassegnarsi il commercio non tornerà mai. Bè caro acculturato imbianchino quando voi vi siete insediati vi siete accaparrati i nostri voti facendo promesse non mantenute prendendoci per i fondelli, dicendo tutto il contrario di adesso. Vergogna!
N.B. In sintesi. Il commercio è la mattina la cultura vostra è serale, per cui si poteva andare insieme.
Sergio Tatoli
(Il fantasma creato da voi)
Redazione
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