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Santa Apollonia riporta a scuola gli odontotecnici

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La tradizione vuole che sia stata una vergine martire cristiana, egiziana, alla quale furono divelti i denti con la tenaglia e che si sia lanciata tra le fiamme temendo che le venisse violata la castità. E’ in onore di Santa Apollonia, la loro protettrice, che all’ IPSIA “L. Santarella” di Bari, il 9 febbraio si sono incontrati, provenienti da tutta la regione, gli odonto… “tecnici,” “odontotecnici”, ci tiene a precisare subito il Capursese Giacinto Iannone, Presidente regionale di una delle più importanti associazioni di categoria, l’ANTLO (Associazione Nazionale Titolari di  Laboratorio Odontotecnico)  organizzatrice dell’evento con il quale intratterremo una chiacchierata alla riscoperta di questa figura professionale.

“Una categoria in costante aggiornamento” – continua Iannone- “per poter soddisfare al meglio le richieste di utenti sempre più esigenti, e per essere all’altezza della fama che vede l’odontotecnico italiano, tra i più bravi del mondo. Allo stesso tempo però una categoria alla ricerca di una collocazione che le conferisca pari dignità nell’ambito del team odontoiatrico, e che si interroga sul proprio futuro, alla luce dell’avvento di nuove tecnologie che lo potrebbero vedere sopraffatto o dominatore, per non parlare della crisi economica che vede l’odontotecnico, al di là di quello che può essere l’immaginario collettivo, tutt’altro che scevro da ogni coinvolgimento. Basti pensare che negli ultimi 4-5-anni abbiamo assistito alla chiusura del 50% circa dei laboratori.”

Ma allora Sig. Iannone possiamo far capire chi è l’odontotecnico?

G. I. : L’odontotecnico è colui che, in possesso del titolo professionale abilitante, provvede, in qualità di fabbricante, alla progettazione e alla costruzione dei dispositivi medici su misura in campo odontoiatrico, sulla base di una prescrizione medica rilasciata dall’abilitato a norma di legge all’esercizio dell’odontoiatria, cui è riservata , in via esclusiva ogni atto preventivo, diagnostico, terapeutico e riabilitativo.

L’attuale regolamentazione dell’attività si basa essenzialmente su un Regio Decreto del 1928 che stabilisce tra l’altro quale titolo abilitante per l’esercizio dell’odontotecnica la scuola professionale e come limite il divieto di compiere manovre cruente e incruente nel cavo orale del paziente.

E dal 1928?

G.I.: Dal 1928 è cambiato tutto il contesto di riferimento dell’odontotecnico. Dal punto di vista formativo, al pari di altre attività similari quali il tecnico ortopedico e il podologo (con le quali condivide analoghe Direttive Comunitarie) che hanno avuto un nuovo profilo professionale come ‘professione sanitaria’, l’odontotecnico deve avere un iter formativo a livello universitario, non essendo più sufficiente la scuola professionale.

Inoltre, poiché l’attività dell’odontotecnico non si esaurisce con la fabbricazione del dispositivo medico ma si esalta nell’ambito del team odontoiatrico, pur essendo di totale competenza del clinico ogni atto terapeutico, va superato il divieto di ogni atto cruento e incruento nel cavo orale del paziente, consentendo “su richiesta, alla presenza e sotto la responsabilità del dentista la possibilità degli atti di verifica di congruità del dispositivo”.

Quindi, mi pare di aver capito che l’attuale regolamentazione vi sta un po’ stretta, ci sono delle ipotesi di modifica ?

G.I.: Per ben due volte il Consiglio Superiore di Sanità nel 2001 e nel 2007 si è pronunciato a favore di un nuovo profilo nell’ambito delle professioni sanitarie così come richiesto dalle associazioni odontotecniche, ma dapprima la modifica del Titolo V della Costituzione nel 2001 e qualche riserva da parte di qualche Regione nel 2009 non hanno consentito ancora di avere dopo ben 85 anni un nuovo profilo professionale più adeguato ai tempi.

Il rapporto con i vostri colleghi europei?

G.I.: A livello europeo e internazionale, molti Paesi consentono agli odontotecnici compiti che in alcuni casi riguardano anche sfere cliniche come consentito alla figura del cosiddetto “denturist”, mentre non si pone alcun ostacolo alla trasparenza e alla visibilità dell’odontotecnico nei confronti del paziente.

Il 50% dei laboratori chiusi denotano un comparto senz’altro in crisi…

G.I.: I dati degli accessi alle cure in Italia denunciavano già prima dell’attuale crisi economica e sociale una situazione molto critica.

Solo il 40% della popolazione si recava almeno una volta all’anno dal dentista, mentre l’offerta odontoiatrica vedeva prestazioni erogate da studi privati per oltre il 90-92% e il restante suddiviso fra prestazioni erogate da strutture pubbliche e varie forme di assicurazioni e mutualizzazione dei costi.

Quindi per incentivare la domanda di protesi?

G.I.: E’ necessario defiscalizzare la maggior parte del costo delle prestazioni odontoiatriche introducendo il cosiddetto principio del contrasto di interessi fra clinico e paziente facendo in modo che il secondo abbia interesse a chiedere la fatturazione e tutti i relativi documenti per poter accedere alla defiscalizzazione che non può riguardare meno del 50 – 60% del costo complessivo rispetto all’attuale 20%.

La defiscalizzazione consentirebbe inoltre un recupero di base imponibile per il fisco che attualmente sfugge recuperando così ampiamente il minor gettito derivante dalla defiscalizzazione.

Consentirebbe inoltre una più ampia trasparenza nei rapporti fra i vari soggetti del dentale e il paziente ma soprattutto una decisiva lotta all’illegalità.

Il tutto favorendo sia lo sviluppo della salute orale, sia la possibilità di accesso alle cure attualmente negate alle fasce meno abbienti della cittadinanza ma anche lo sviluppo economico dell’intero settore.

Noi da capursesi le auguriamo davvero di cuore un buon lavoro in questa importante “missione”…

G.I.: Farò del mio meglio….. Io vi ringrazio per l’opportunità che mi state regalando e auguro anche a voi di continuare a fare il meraviglioso lavoro che state facendo.

Giuseppe Buono

© Riproduzione riservata

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