E’ arrivata l’estate e con essa, a Capurso, prende vita un consueto spettacolo. Con la bella stagione, infatti, è solito vedere, per le vie del paese, le donne riunite a gruppi davanti alle loro abitazioni creare, con solo un piccolo uncinetto in mano e con una sveltezza prodigiosa, meravigliosi pizzi e merletti.
Se la sig.ra Maria Concetta Egidio, abitasse ancora a Capurso, non esiterebbe un attimo ad insegnare questa antica arte alle signore del paese. La sig.ra Maria Concetta Egidio, risulta essere la più vecchia merlettaia d’Italia e, nonostante i suoi 107 anni, ricorda con sorprendente precisione i suoi trascorsi di apprendista presso il laboratorio-scuola di donna Nenna. Ma prima di raccontare la storia di questa signora, nata a Capurso il 4 febbraio del 1906 e madre del maestro Vito Giovannelli, è bene fare un piccolo “viaggio” nella storia di pizzi, merletti e ricami. I documenti a disposizione degli studiosi di arte popolare attestano che i più importanti interventi ed incentivi per mantenere in vita la realizzazione tali manufatti artigianali sono stati voluti dalla nobiltà italiana. La contessa Lavinia Taverna, infatti, salvò dalla rarefazione le trine a modano (filet) creando in Lombardia una scuola-laboratorio che chiamò laboratorio lombardo; la contessa Carolina Maraini-Sommaruga istituì a Rieti, intorno al 1904, un rinomato laboratorio per salvaguardare dall’estinzione merletti e ricami umbri; la contessa Sofia Di Bricherasio mantenne in vita l’antico punto Bandera proteggendolo dagli attacchi del Bandera moderno; la duchessa Maria Teresa di Fragnito, con la collaborazione del figlio Enrico, salvò i ricami eseguiti sull’organdis; la regina Margherita con le sue ordinazioni alimentò le lavorazioni dell’antico tombolo aquilano, mentre la nobildonna Maria Bertocci-Rossi ridiede vita al punto Assisi. La passione verso l’arte del merletto e del ricamo e l’amore verso il paese natio spinse la nobildonna capursese Nenna Russo Di Tardo a creare a Capurso una scuola-laboratorio per salvare le lavorazioni di pizzi e merletti all’uncinetto, manifattura che andava sempre più imbastardendosi. Il laboratorio-scuola di donna Nenna, come ricorda e afferma la sig.ra Maria Concetta Egidio, era frequentatissimo e diventò in poco tempo palestra di vita e di socializzazione, nonché fonte preziosa di formazione artistica. Le frequentanti venivano educate alle raffinatezze della quotidianità attraverso l’apprendimento di qualificate attività di carattere femminile. L’azione didattica e istituzionale della nobildonna capursese si rivelò utile ed efficace. Donna Nenna, infatti, rimise in lavorazione modelli ritenuti dal popolo femminile poco redditizi per la loro complessa lavorazione. Inoltre, alle lunghe ore di laboratorio faceva seguire quelle di studio relative alla storia dei punti dell’uncinetto e dei punti del ricamo. La sig.ra Maria Concetta Egidio, che oggi vive a Pescara, oltre ad essere, come già detto, la più vecchia merlettaia d’Italia è da considerarsi, in un certo senso, imprenditrice di questa tipica lavorazione. Commissionava, infatti, parure e merletti ad altre colleghe di Capurso e di Cellamare. Tra le lavoranti di Capurso ricorda i nomi di: Rosina Bentivoglio, Irene Consalvo, Anna Cacucci, Mariapasquale Pagone, Rosa Tangorra, Lellina Cespites, Angelina Lonero, Annina Perilli, Mariantonia Boezio, Giuseppina Tanzella, Annina Labianca, Nunziella Palumbo, Giuseppina Mariani, Antonietta Pisanelli, Rosinella Mastrolonardo, Caterina Barone, Nennella Di Gemma, Rosina Lazzaro (messavina), Francesca Dragone. Tra le collaboratrici di Cellamare ha ricordato i nomi di Rosina Larocchia, Maria e Giustina Ardito. Tra gli elementi d’arredo ha fatto riferimento a sottocoppe, a parure per comò e comodini, a completi per sale da pranzo con relativi copri buffet e controbuffet, a bancali da tavolo e da cassapanca nonché a copricuscini, a copri carrozzini, manufatti, ovviamente, legati alla tradizione e destinati al mercato popolare, perché di prezzo accessibile. “Tra i miei vari giro letto”, ha varie volte riferito Maria Concetta Egidio, “ha avuto molto successo quello con il galletto, (simbolo di potenza sessuale) mentre tra i disegni per tovaglie d’altare il campione più richiesto e venduto era quello con la croce a tutto campo disposta su tre piani (ordini). Molti sacerdoti compravano merletti a metraggio da mio marito Vincenzo. Non so se li applicavano anche sui paramenti liturgici giornalieri”. Tra i capi di abbigliamento ricorda di aver realizzato: “scialli e strapizzi, polsini a lattuga, colletti di tipo collegiale per le più piccine, colletti a scialle e di tipo jabot per le signore nonché davantini, vestitini per battesimi, corpini, tramezzi per abitini alla marinara e orli smerlati per rifiniture di tasche, di taschini, di spacchi di ungherine, nonché di capi intimi”. In occasione del novantesimo compleanno di Maria Concetta Egidio, nel 1996, è stata pubblicata una prima raccolta di cartoline raffiguranti alcuni disegni dal maestro Vito Giovannelli dei lavori svolti dalla “merlettaia capursese”, edita dalla “La settembrata abruzzese”. Analogamente dieci anni più tardi, nel centenario di nascita, la casa editrice vicentina “Anemos” l’ha omaggiata con un’altra pubblicazione di cartoline, questa volta rappresentative dei lavori artigianali. Noi di Capurso Web Tv, vogliamo ringraziare la Sig.ra Maria Concetta Egidio e il maestro Vito Giovannelli per la preziosa collaborazione, con l’auspicio che quest’arte tradizionale capursese non si perda nel tempo e possa tramandarsi sempre più alle nuove generazioni.
Giuseppe Buono
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