Abbiamo ricevuto una mail dal Dott. Giovanni Puggione e ne diamo pubblicazione integralmente qui di seguito.
Lo scopo di questo mio intervento è quello di evidenziare come sia a livello nazionale che locale, quando si parla di riduzione delle imposte, la demagogia politica nasconde spesso realtà diverse.
Realtà che i cittadini tristemente comprendono solo quando si rivolgono a noi commercialisti e constatano che di riduzioni c’è poco o nulla.
L’esperienza dell’abolizione della prima e seconda rata dell’IMU sull’abitazione principale ci insegna quanto i proclami e gli slogan su questa agevolazione, alla prova dei fatti, nascondono il fatto che, quanto non più dovuto con la mano destra, bisogna darlo con la sinistra.
A Capurso, in un ambito territoriale più piccolo di quello nazionale, il Consiglio Comunale ha deliberato solo una piccola riduzione dell’aliquota Imu sulle abitazioni diverse da quella principale, e da alcune notizie sembra che ciò sia un vero e proprio miracolo tributario.
Certo, la riduzione delle imposte, anche se minima, è sempre positiva. Ma ricordando quello che è successo lo scorso anno, forse si scopre che ciò non è un vero risultato positivo per chi oggi lo ha deciso, considerato che era lo stesso a capo dell’amministrazione del comune un anno fa.
Lo scorso anno l’amministrazione comunale affermava che per i forti tagli del governo Monti, pari a 1,5 milioni di euro, il comune avrebbe avuto grossi problemi di liquidità . Pertanto lasciava l’aliquota al 4 per mille senza concedere alcuna agevolazione sulle abitazioni principali, mentre aumentava l’aliquota base di ben l’1,4 per mille sulle altre abitazioni, concedendo come unica apparente agevolazione quella del comodato gratuito da registrare con un costo addirittura superiore alla riduzione fruibile.
In diversi interventi ho personalmente fatto notare che l’ammontare dei tagli di risorse erano inferiori di almeno 300 mila euro rispetto a quelle che venivano affermate, e che se proprio fosse stato necessario, invece di aumentare l’aliquota IMU, sarebbe stato più opportuno, e sopratutto meno oneroso per i cittadini, adottare l’addizionale comunale Irpef. Questa, diversamente dall’Imu, non toccando i cittadini con reddito fino a 15.000 euro, avrebbe potuto garantire un gettito pari almeno a 330 mila euro.
Il bilancio consuntivo 2012, chiuso a febbraio 2013, confermando le mie analisi ha attestato che sono giunte dal Governo maggiori risorse proprio per 300 mila euro. Inoltre la manovra IMU ha generato maggiori entrate per più di 90 mila euro. Pensate un po’, i cittadini hanno dovuto pagare circa 400 mila euro senza che ce ne fosse stato realmente bisogno! Infatti il bilancio consuntivo 2012 attesta un avanzo, raddoppiato rispetto al 2011, quasi di un milione di euro.
Oggi l’amministrazione comunale, forte del risultato dello scorso anno e incalzata dai miei continui interventi, ha deciso di ridurre ma di solo lo 0,5 per mille l’aliquota sulle seconde case, facendolo apparire ai cittadini come un risultato incredibile. Ma chi ha deciso lo scorso anno l’aumento al 9 per mille ? E, considerato che ci sono tutti quei soldi disponibili, perché non si è ridotto anche l’ulteriore 0,9 per mille?
Per le seconde case date in comodato gratuito ai familiari e utilizzate come principali, oggi l’aliquota scende al 4,6 per mille. E perché non al 4 per mille come le abitazioni principali ? Mi chiedo, perché si è aspettata la fine di novembre per decidere questa agevolazione ? L’agevolazione a seguito della registrazione del contratto di comodato fatta a dicembre potrà essere beneficiata solo per un mese mentre per gli altri 11 bisognerà pagare l’aliquota intera. Anche per quest’anno saranno più alte le spese di registrazione rispetto al beneficio.
Capitolo addizionale comunale IRPEF.
Ci si fregia del fatto che Capurso sia l’unico comune in provincia di Bari a non averla istituita. Voglio ricordare che, diversamente dalle errate affermazioni dell’Amministrazione, questa colpisce tutti i contribuenti e non solo i lavoratori dipendenti e pensionati. Bene, i conti fino allo scorso anno, nonostante gli allarmi lanciati dall’Amministrazione, hanno dimostrato che non era necessaria. L’idea da me suggerita di istituirla non voleva aggiungere una ulteriore imposta ai cittadini, ma sostituirla ad altro tipo di imposte, allo scopo di far pagare di meno il cittadino.
Veniamo alla questione Tares/Tarsu
Rispetto ad affermazioni di aumenti vertiginosi fatte in una trasmissione televisiva e ripresi su FB dal Sindaco, ho fatto notare che quei dati non rispondevano alla realtà citando, come esempio dell’esatto contrario, i contenuti della delibera Tares del comune di Bari. Questa mia diversa opinione ha determinato l’invito da parte del capogruppo del movimento politico di maggioranza ad andare via da Capurso. La cosa personalmente mi ha fatto sorridere, ma non depone bene sul piano della libertà d’opinione di ciascun cittadino.
Entrando nel merito, l’Amministrazione afferma che, in base ad alcune simulazioni, la Tares avrebbe determinato forti aumenti, quasi un salasso per i cittadini. Pertanto ha deciso di ritornare alla Tarsu. Peccato che fino al 29 ottobre 2013 non esisteva una norma che consentiva di tornare alla Tarsu e quindi tutti i comuni avrebbero dovuto adottare la Tares!
La Tares obbliga a coprire totalmente il costo del servizio. Pertanto, se questo costa 100 ai cittadini bisogna chiedere 100. L’unico allarme di aumenti potrebbe riguardare i casi di non totale copertura del servizio. Il Sindaco ha affermato che con la Tarsu, rispetto al costo del servizio, vengono chiesti ai cittadini 400 mila euro in meno, ma non ha fornito la percentuale di copertura.
I numeri del bilancio consuntivo 2012 sembrano affermare che questa percentuale tende a raggiungere il 100%. Dov’era allora il salasso di aumenti ? Ma veniamo al vero enigma. Avendo deciso di utilizzare la norma che consente di ritornare alla Tarsu, bisogna considerare che quella stessa norma prevede, in ogni caso, la copertura integrale del servizio che non può essere fatta aumentando le tariffe. Pertanto, Se si afferma che per i cittadini non ci sono aumenti allora vuol dire che il costo del servizio è completamente già coperto. Se non è così, da dove e a chi vengono presi i soldi per la copertura?
Si omette però di informare i cittadini che, in aggiunta a quanto già pagato, entro il 16 dicembre il comune dovrà inviare loro il modello per richiedere il pagamento della maggiorazione per i servizi indivisibili pari a 0,30 euro a mq.
Dire che non si è adottata la Tares è solo uno spot che la politica usa per rabbonire i cittadini. Il problema comunque, se mai ce ne fosse uno, è solo rinviato al prossimo 2014.
In conclusione, un esempio numerico vi darà l’idea di quali sono le riduzioni per i cittadini capursesi. Ipotizzando una rendita catastale di 700 euro per una seconda casa di 100mq, il risparmio ai fini IMU sarà di 58,80 euro, mentre la maggiorazione sui servizi indivisibili da pagare sarà di 30 euro. Il risparmio reale sarà di 28,80 euro! A proposito, la maggiorazione sui servizi indivisibili la dovranno pagare anche i possessori di abitazioni principali per i quali il Governo centrale ha previsto l’abolizione dell’IMU.
È questo il miracolo tributario Capursese?
Giovanni Puggione – Commercialista
Redazione
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