La festa di San Giuseppe. Tutti i capursesi l’aspettano con ansia ogni anno, l’ultima domenica di Maggio. I festeggiamenti in onore del nostro Santo Patrono quest’anno si terranno infatti sabato 25, domenica 26 e lunedì 27 Maggio. La Peregrinatio del Quadro di San Giuseppe consentirà a chi non conosce bene la festa e non può viverla a pieno per motivi logistici, di conoscere il Santo, l’icona lignea del quale verrà onorata e portata in processione domenica sera. Si rinnova quindi la novità apportata alla festa lo scorso anno quando la processione per le vie di Capurso è avvenuta in serata.
Nei giorni dei festeggiamenti saranno esposti lavori artigianali nel Mercatino ideato per l’occasione. Di altre novità e conferme abbiamo parlato con Don Francesco Ardito, Arciprete della Chiesa Madre di Capurso e con Enzo Mariella, Presidente del Comitato Feste Patronali del nostro paese.
Dall’anno scorso la processione della Festa di San Giuseppe è stata spostata alla sera. Questo cambiamento ha avuto un riscontro positivo o negativo nella partecipazione dei fedeli?
Don F. A.: Mi sembra che sia stato positivo il riscontro, ci aspettavamo ancora di più, ma forse perché la novità non è stata pienamente reclamizzata. Tutti come tradizione si aspettavano la processione nella mattinata, invece siamo usciti nella serata. È come se il paese fosse impreparato al riguardo. Poi però tutti quanti hanno detto “Bene bene bene…”, sono venuti a complimentarsi e a insistere perché si possa continuare a fare la processione la sera e ad avere quindi questa novità.
Lei è il nuovo Presidente del Comitato Feste di Capurso. Quali sono le difficoltà e le responsabilità nell’organizzazione di una Festa Patronale?
E. M.: Difficoltà ce ne sono. Personalmente, io ho assunto l’incarico che Don Franco mi ha proposto e ho accettato in maniera abbastanza tranquilla. Considerando ciò che era tutto l’apparato organizzativo precedente, ho immesso dei nuovi elementi nel Comitato e abbiamo iniziato a girare con la questua come non succedeva da anni. Il programma è vasto. Io ho subito accettato e mi sento veramente consapevole di tutto ciò che ho fatto; Don Franco dal primo momento ha detto “La festa in un momento di crisi non deve peggiorare la crisi”. Siamo presenti tre giorni con tre concerti bandistici diversi e abbiamo fatto in modo che tutti potessero lavorare con molta tranquillità. È stato inserito nel programma un momento religioso di rilievo che il Parroco ha gradito e per cui ha subito dato il benestare: la Peregrinatio del Quadro di San Giuseppe. In primis è essenzialmente un evento religioso, però abbiamo voluto dal primo momento che la festa fosse vissuta anche nei punti dove in qualche modo non la conoscevano. Poi la novità di rilievo economica è il mercatino, e il fatto che sia un mercatino artigianale ha voluto che il tutto fosse indirizzato e intestato a San Giuseppe, patrono degli artigiani. Speriamo vada bene.
Lei ha sempre affermato che in questo momento di crisi non si può sperperare il denaro ma neanche non considerare quelli che sono i ‘simboli’ di una Festa Patronale come le luminarie o i concerti bandistici. Nonostante le poche risorse quanto è difficile gestirli?
Don F. A.: Non è difficile perché la tradizione è tale che se non ci sono, la comunità sente che manca qualcosa. È chiaro che non bisogna esagerare, sperperare e fare cose insulse, ma limitarsi a quello che è opportuno e farlo anche con decoro e dignità. Per esempio i concerti bandistici: è una caratteristica della nostra regione, è un fatto culturale, e allora dobbiamo anche fare qualche sacrificio, qualche sforzo perché questo non sia perduto. Altre bande nelle altre regioni non riescono a fare quello che fanno le bande della nostra Puglia (mettere un’opera in esecuzione), si limitano a fare delle marce. L’arte dei fuochisti poi è un’altra storia, non possiamo far perdere questa nostra caratteristica. È una crisi che va superata. Oltretutto se noi non li facciamo operare allora veramente dalla crisi viene fuori la nullità. Noi abbiamo l’impegno di vivere la fede. Queste manifestazioni delle feste popolari sono manifestazioni in cui il popolo e le comunità vivono la propria fede nella semplicità. Guai a togliere queste manifestazioni!
Se dovessimo fare un confronto tra la Festa di San Giuseppe nel passato e quella del presente, cosa si potrebbe fare per migliorarla nel futuro?
E. M.: Si può fare tanto. Uno dei principi per cui io ho accettato l’incarico è quello che voglio riportare o cercare di riportare tutte le tradizioni popolari alle future feste patronali. L’invito che ora noi dobbiamo rivolgere a tutti è soprattutto animare, come diceva Don Franco, la processione del Santo Patrono, quindi ci sarà un invito dettagliato a far si che in tutte le strade dove passa il Santo, sarà richiesto un addobbo, un qualcosa che renda la processione e il Santo degno del suo nome.
Auguriamo una buona festa di San Giuseppe a tutti i capursesi e non solo.
Grazie e buona festa a tutti.
Teresa Campobasso
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