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IMU: comizio del gruppo Capurso nel Cuore.

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Abbiamo ricevuto in redazione un comunicato stampa del gruppo consiliare Capurso nel Cuore sull’IMU comunale. Ne diamo pubblicazione integrale.

Comunicat stampa

Nuovo Regolamento IMU: Così non va! Tagliamo i costi della Politica e alleggeriamo la pressione fiscale.

L’8 novembre, con un pubblico comizio, abbiamo condiviso con la cittadinanza le preoccupazioni per le ricadute economiche e sociali che subiranno i cittadini capursesi a causa delle scelte effettuate dalla Maggioranza, con l’aumento dell’ aliquota IMU. Abbiamo inoltre annunciato la nostra proposta per l’avvio di una politica di rigore e rispetto dell’utilizzo delle risorse pubbliche, finalizzata al taglio dei costi della politica anche a Capurso, attraverso la rinuncia alle indennità da parte degli amministratori comunali (Sindaco, Assessori e Consiglieri): circa 100.000 euro di risparmio per ridurre le tasse ai cittadini! Il Regolamento IMU è stato approvato il 30.10.2012 dal Consiglio Comunale, dopo che il gruppo di maggioranza, “Capurso punto e a capo”, ha avviato i lavori di studio del regolamento solo il 24 ottobre: appena 6 giorni prima del Consiglio Comunale. In tale occasione, il Gruppo di opposizione ha appreso che l’Amministrazione Crudele aveva deliberato di aumentare l’aliquota base prevista per la nuova imposta, al 9 per mille (1,4 punti in più rispetto al 7,6 previsto dalla legge nazionale): un aumento di centinaia di euro. La scelta di aumentare così tanto il costo dell’IMU non è giustificata, se paragonata con i tanti Comuni che l’hanno ridotta o con quelli, che per necessità non effimere, hanno dovuto incrementarla. Capurso, negli ultimi quindici anni, ha sempre contenuto le tasse e, sino alla precedente amministrazione, ha potuto fare affidamento su un cospicuo avanzo di bilancio. Grazie a ciò, vantiamo una solidità finanziaria che consente al Comune di essere considerato virtuoso, con tutti i benefici che ne conseguono. Per comprendere quanto sia grave l’incremento dell’IMU previsto dal gruppo del Sindaco Crudele, è utile considerare che la norma affida alla politica locale la possibilità di definire le aliquote, stabilendo quella base al 7,6 per mille. “Capursopuntoeacapo” ha deciso di portarla al 9 : di questa il 3,8 va allo Stato, mentre il restante 5,2 resta al Comune. L’aspetto di maggiore critica è l’assenza di riduzioni e agevolazioni, pure previste per Legge, che avrebbero garantito maggiore equità e giustizia sociale. Nell’attuale periodo di crisi economica, l’Amministrazione Comunale si è dimenticata dell’edilizia, delle imprese, delle attività commerciali, dell’artigianato e dell’agricoltura, ma soprattutto delle fasce di cittadini socialmente deboli. Tutto ciò che può essere un volano per la ripresa sociale viene vessato da tanto incremento fiscale. L’edilizia, che come noto rappresenta il motore dello sviluppo territoriale e dell’occupazione, non godrà di alcuna agevolazione. Lo stesso dicasi per tutte le piccole imprese, attività professionali e commerciali: meno liquidità per le imprese, significa meno liquidità nel sistema, con notevoli ripercussioni sull’ economia e sull’ occupazione. In particolare, nel Provvedimento adottato dal Consiglio Comunale:

· Non risultano riduzioni per gli immobili affittati, sui quali il cittadino dovrà pagare, oltre l’IMU al 9 per mille, anche l’IRPEF. La legge nazionale consente una riduzione fino al 4, ma l’amministrazione comunale non ha neppure preso in considerazione tale opportunità. Inevitabili saranno le ricadute negative sul mercato immobiliare: è prevedibile un aumento degli affitti con un aggravio di costi sia per i locatori che, ovviamente, per gli inquilini.

· Non sono state previste riduzioni per le imprese edili, sugli immobili costruiti e non venduti, nè affittati, per un periodo di 3 anni. Anche in questo caso la legge nazionale permette addirittura un azzeramento della quota a favore del Comune.

· Non sono state disposte riduzioni per gli immobili posseduti in regime di reddito di impresa o di lavoro autonomo e dai soggetti persone giuridiche (laboratori artigianali, attività commerciali, immobili della Zona Industriale). La norma invece prevede riduzioni fino al 4 per mille.

· Nessuna riduzione per le Cooperative edilizie a proprietà indivisa, per le quali, non essendo dovuta la quota a favore dello Stato, l’intero gettito viene introitato dal Comune. · Dovrà pagare il massimo dell’ aliquota anche l’Istituto Autonomo Case Popolari : addirittura quella prevista per le seconde case. Inasprire la pressione fiscale nei confronti degli immobili gestiti dallo IACP significa azzerare le risorse che lo stesso ente deve utilizzare per la manutenzione delle case popolari, per la rimozione delle barriere architettoniche o per eventuali nuove costruzioni programmate. Decisione grottesca e immorale, è quella di fare cassa con gli alloggi delle fasce deboli della popolazione.

· Trascurato e sottovalutato il problema del centro storico, dove in caso di unità immobiliari composte da più particelle catastali, che compongono un’unica unità abitativa, il cittadino che non ha provveduto alla unificazione catastale di tali unità, otterrà solo su una particella l’agevolazione come abitazione principale, mentre per le altre subirà la massima tassazione.

· Anche per gli immobili rurali strumentali nessun trattamento di favore. L’aliquota poteva essere ridotta dal 2 all’1 per mille. Da considerare che fino allo scorso anno questo genere di immobili posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli a titolo professionale non pagavano nulla (si tratta di stalle, ricoveri e depositi per attrezzi ed impianti ecc.).

Delle poche riduzioni previste, non si può di certo essere soddisfatti. Chi usufruirà dell’agevolazione (0,5 per mille), riconosciuta per le abitazioni concesse in comodato a familiari, da utilizzare come abitazione principale, deve fare i conti con le spese per la registrazione del contratto di comodato con un costo di circa 200 euro (imposta di registro + marche da bollo), senza considerare il prevedibile compenso per eventuali professionisti incaricati della predisposizione del contratto. Ipotizzando il comodato di un immobile con una rendita di € 700,00,il risparmio di IMU sarebbe di appena 63 euro annui: per recuperare le spese del contratto di comodato ci vorrebbero 3 anni ! Inoltre l’aliquota è stata ridotta solo dello 0,5 per mille, pochissimi euro, per gli ultrasessantacinquenni pensionati con reddito non superiore a 12.000 euro. È giusto agevolare i pensionati, ma risultano assenti gli interventi a favore dei disoccupati o delle fasce deboli della popolazione, che corrono il rischio di dover vendere la propria casa o, nella peggiore delle ipotesi, quando all’impossibilità di pagamento del mutuo si aggiunge la pressione fiscale comunale, di vedersi pignorare un bene oggetto dei sacrifici di una vita ! Queste sono le ragioni che hanno portato il gruppo Consigliare “Capurso nel Cuore” a votare NO e a bocciare questa ingiustificata vessazione. Mettere le mani nelle tasche dei cittadini è il maggior FALLIMENTO della Politica. È giusto salvaguardare gli equilibri di bilancio, ma il sacrificio non può essere solo del cittadino. La politica deve fare il primo passo.

Fonte: Gruppo “Capurso nel cuore”

La Redazione

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