Riceviamo e pubblichiamo una mail a firma del Dott. Giovanni Puggione, in merito al’addizionale comunale IRPEF.
Grazie alle telecamere di Capurso Web TV e Capurso Map, ho avuto la possibilità di visionare la conferenza stampa tenuta dal Sindaco del Comune di Capurso, insieme all’assessore al bilancio ed al capogruppo del movimento politico Capursopuntoeacapo. Conferenza indetta a seguito dell’approvazione del regolamento comunale IMU, con l’obiettivo di spiegare ai cittadini le motivazioni che hanno portato alle decisioni prese dal Consiglio Comunale nella seduta del 30 ottobre 2012. Lodevole iniziativa con la quale l’amministrazione comunale ha cercato di spiegare ai cittadini il perché si è deciso di istituire certe imposte e tasse e la loro misura. In quest’ultimo anno i contribuenti Italiani sono diventati molto più sensibili all’argomento imposte e tasse di quanto non lo fossero in passato, e iniziative come questa risulterebbero ancor più positive laddove venissero prese prima di assumere le decisioni del caso, realizzando una specie di ” finanza locale condivisa”. Pur apprezzando l’azione del Sindaco, purtroppo durante la conferenza ho ascoltato affermazioni non rispondenti alla realtà sulle quali ritengo necessario fornire opportuni chiarimenti.Ciò senza voler entrare nel dibattito/confronto politico tra la maggioranza e l’opposizione, che da qualche mese ha conquistato gli onori della cronaca cittadina, ma in quanto appartenente alla categoria dei lavoratori autonomi che svolge l’attività di Commercialista, con spiccata attenzione alle problematiche della finanza locale, e che ritiene doveroso fornire ai cittadini esclusivamente una giusta informazione tecnica. Da troppo tempo talk show, giornali non specialistici, telegiornali di tv nazionali e locali, parlano con molta leggerezza, approssimazione ed incompetenza di argomenti fiscali e, anziché fornire una giusta informazione, fanno una gran confusione disorientando i cittadini. Si atteggiano a Commercialisti non avendo alcuna competenza specifica e creando, con la loro informazione errata, disagi ai veri professionisti della materia nel rapporto con i loro assistiti. In altri interventi ho sottolineato che tutto ciò è causato anche dal modo con cui vengono presi a livello centrale i provvedimenti legislativi, e quello che sta avvenendo con il disegno di legge di stabilità per il 2013 ne è un ulteriore esempio. Tornando al chiarimento, questo riguarda il passaggio della conferenza dove il Sindaco, esplicitando le motivazioni che hanno portato il Comune di Capurso a scegliere di non istituire l’addizionale comunale IRPEF, ha rimarcato che Capurso è l’unico comune in provincia di Bari ( in verità ci sarebbero anche Modugno e Noicattaro) che ancora non lo hanno fatto, e ha affermato che tale volontà nasce dal convincimento che questa imposta “insiste e va a mettere le mani nelle tasche di una sola categoria di contribuenti che sono costituiti dai lavoratori dipendenti”.
Bene, questa affermazione non risponde a verità e non trova nessun fondamento giuridico. La legge nazionale che consente ai Comuni di istituire l’addizionale IRPEF non dispone che questa debba colpire una o più categorie di contribuenti, escludendone altre. Dispone invece che va applicata a tutti i contribuenti, siano essi lavoratori dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi o occasionali. I Comuni hanno la facoltà di istituirla e, successivamente, di modificare le aliquote o anche sopprimerla. Devono, però, deliberare secondo specifiche ed inderogabili direttive. Con il decreto di ferragosto 2011 sono state correttamente reinterpretate tali direttive, anche sulla base di una sentenza della Corte Costituzionale di qualche anno fa. Viene ora stabilito che questa forma impositiva possa essere realizzata in maniera progressiva, con aliquote crescenti, applicabili a fasce di reddito identiche a quelle previste per l’Irpef Statale. Inoltre, al fine di consentire agevolazioni di carattere sociale i Comuni hanno anche la facoltà di stabilire delle soglie di esonero dal pagamento dell’addizionale che però devono essere uguali per tutti i contribuenti, non potendo essere previsti esoneri solo per alcune categorie di essi. Pertanto, tutti i contribuenti, siano essi, lo ripeto, lavoratori dipendenti, pensionati o lavoratori autonomi hanno l’obbligo di pagare, se istituita, l’addizionale comunale IRPEF, così come già avviene con quella regionale.
Non è assolutamente vero che solo i lavoratori dipendenti devono pagarla.
C’è solo una differenza che riguarda le modalità di pagamento. Lavoratori dipendenti, pensionati e tutti coloro che ricevono una busta paga, pagano l’addizionale complessivamente dovuta nell’anno successivo attraverso una trattenuta in busta paga o sulla pensione, che può essere rateizzata fino a 11 rate. Se ad esempio un lavoratore dipendente deve pagare per l’anno 2012 una addizionale IRPEF di 110 euro, subirà trattenute mensili pari a 10 euro da gennaio a novembre 2013. Diversa è la situazione dei lavoratori autonomi che dovranno pagarla in una unica soluzione entro il mese di giugno 2013. Potranno anche optare per una rateazione ma in questo caso dovranno corrispondere degli interessi. E’ questo il messaggio corretto che la nostra Amministrazione Comunale deve dare ai cittadini per evitare di alimentare, diversamente da quanto avviene a livello centrale, un ulteriore clima di ingiustificata tensione sociale tra dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi. Nel rispetto delle varie individualità non si può far credere ai lavoratori dipendenti ed ai pensionati di essere gli unici soggetti colpiti da alcune imposte che invece non vengono applicate ai lavoratori autonomi. Un discorso completamente differente, invece, è la possibilità che i lavoratori autonomi avrebbero di evitare di pagare alcune imposte attraverso la deprecabile pratica dell’evasione fiscale. Non bisogna fare confusione ed occorre tenere le due cose nettamente distinte per evitare di generare false convinzioni tra i cittadini. E’ legittimo, e forse anche apprezzabile, che l’ Amministrazione Comunale scelga di non introdurre l’addizionale IRPEF comunale, ma questa deve restare solo una scelta politica che non può essere spacciata come una manovra per salvaguardare i redditi di una specifica categoria di contribuenti.
Dott. Giovanni Puggione
La Redazione
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