In applicazione della normativa antimafia sulle misure di prevenzione patrimoniale (il cosiddetto “Pacchetto sicurezza”) nella mattinata di ieri i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un provvedimento di sequestro e confisca di beni immobili – emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bari (collegio Presidente La Malfa – Giudice Relatore Marrone – Giudice Dr. Mattiace), su richiesta della locale D.D.A. – nei confronti di D. P., 56enne pluripregiudicato di Capurso, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Bari, ritenuto cassiere del Clan “Palermiti”,
consorteria camorristica attiva in questa provincia nel settore del narcotraffico con documentati collegamenti internazionali con il Sud America, l’Olanda e la Spagna, interessata: – il 2 aprile del 2005 dall’ Operazione “Fourth”, relativa ad un’associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti nonchè al porto ed alla detenzione illegali di armi comuni da sparo e del relativo munizionamento, con a capo P.E. e composta da altri 24 soggetti; – il 28 settembre 2007 dall’operazione “Five”, prosecuzione della precedente attività, relativa ad un’associazione finalizzata al narcotraffico, ad attentati armati nonchè al porto ed alla detenzione illegali di armi comuni da sparo e del relativo munizionamento, nell’ambito della quale era stato arrestato il predetto P.D. – unitamente ad altri 12 soggetti – e nel cui contesto era stato eseguito un provvedimento di sequestro di beni mobili ed immobili per complessivi 10 milioni di euro, tra cui una discoteca in Adelfia ed interi complessi residenziali, entrambe condotte dal Reparto Operativo dei Carabinieri di Bari. In precedenza, segnatamente il 21 agosto del 2001, l’interessato era stato deferito in stato di libertà per aver favorito la latitanza del boss P.E., localizzato e tratto in arresto il 1° giugno del 2001 in Lignano Sabbiadoro (UD), che si era sottratto sin dal 23 febbraio di quell’anno all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Bari, nell’ambito dell’attività denominata “BLUE MOON” condotta dal Reparto Operativo, per associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, contrabbando di T.L.E. e detenzione di armi. Ieri i sigilli sono stati apposti a 8 unità immobiliari ubicate in Cellamare in Contrada Pezza Pennino, il cui valore complessivo ammonta a 2 milioni di euro. Gli accertamenti patrimoniali condotti dai militari e coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari – utilizzando la predetta norma antimafia che consente di “aggredire” i Patrimoni di tutti i soggetti che vivono abitualmente con i proventi di attività delittuose – hanno evidenziato come il 56enne ed il proprio nucleo familiare abbia nel tempo mantenuto un tenore di vita sicuramente superiore alle reali possibilità economico-finanziarie e capacità reddituali. Infatti, a fronte di modesti redditi dichiarati, sono stati individuati beni di valore economico certamente sproporzionato. Il provvedimento giudiziario trae origine dall’esito di accertamenti patrimoniali avviati d’iniziativa in conseguenza del dissequestro di alcuni beni, avvenuto nel dicembre del 2009 e si inquadra in una più ampia attività di contrasto alla locale criminalità organizzata che, nel solco degli indirizzi che provengono in tal senso dalla DDA barese, è rivolta soprattutto ad aggredire i patrimoni illecitamente acquisiti. Privando i clan delle risorse economiche si riesce a depotenziare la loro capacità criminale più di quanto possa fare la detenzione in carcere. Le ingenti somme a disposizione, infatti, permettono ai capi clan non solo di “ri-inventarsi” come imprenditori che finiscono poi per agire sul mercato con spregiudicatezza a scapito dei veri imprenditori onesti, ma di mantenere in piedi tutta l’organizzazione malavitosa: stipendiare gli “affiliati” e mantenere le loro famiglie quando queste sono in difficoltà.
(fonte: Arma Carabinieri)
Redazione
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