Anna Marchesini è attrice, autrice e regista teatrale. Questo è il suo romanzo d’esordio, in realtà, poiché sono molti i personaggi del mondo dello spettacolo che si danno alla scrittura, si potrebbe pensare all’ennesimo tentativo mal riuscito. Non è questo il caso, perché è il romanzo che non ti aspetti, pieno di dolcezza e malinconia e che ci fa ricordare di tutte le paure e tutti i sogni che ci hanno fatto compagnia durante la nostra infanzia: racconta tutte le prime volte che colpiscono la coscienza e l’immaginario del bambino, le sue continue scoperte, Babbo Natale e la Befana non esistono, le giornate a scuola dalle suore, le prime domande sull’amore, le prime esperienze dolorose. Per la bambina protagonista, il terrazzino del titolo, quell’angolo di casa che si affaccia sui tetti, diventa pian piano un luogo solitario, tutto suo, in cui rivivere le sue esperienze.
E’ vasta la galleria dei personaggi: tra questi alle suore, che monopolizzano la prima parte del libro,per la rigida educazione ricevuta dall’autrice, e rappresentano un campionario variopinto, su tutti Torreggia la figura della madre, la cui malattia farà vacillare il mondo della protagonista, schiudendole però le porte di una comprensione più piena e profonda della vita.
“Il terrazzino dei gerani timidi”, delicata autobiografia scritta con stile accurato e grande pudore .L’autrice afferma riguardo al libro: “Dice di me, ma chiunque può infilarsi nella storia, parla di cose accadute o che sarebbero potute accadere, di come ho imparato a guardare le cose e a scrutarle in ogni loro minuta parte sensibile e invisibile e poi parla dei sogni, della forza che esercitano nella mia vita, parla dell’infelicità e della sua straordinaria bellezza e poi parla del silenzio soltanto dentro il quale si possono ascoltare, si possono vedere le voci piccole, le voci che non contano, un silenzio denso e immobile, muto e assordante.”
“Arte la mia seconda pelle” di Rosa Didonna, edito da Messaggi edizioni. Rosa Didonna è nata e risiede a Noicattaro, dove dirige la galleria “Globalart”. Attraverso la sua spiccata intuitività creativa riesce a realizzare opere inedite che vanno dalla pittura alle installazioni fino alle sculture, utilizzando spesso scenari colorati. Il libro si snoda a cavallo tra due generi: autobiografia e racconto. L’artista ci racconta della sua infanzia, quando era soprannominata Rosetta, del modo in cui la passione per l’arte, come un fuoco, si cresciuta con lei, scontrandosi spesso con la vita limitata della provincia, e di come poi in età adulta, abbia finalmente trovato il modo di dedicarsi appunto all’arte quasi a tempo pieno. Con grande intensità, Rosa ripercorre i momenti più importanti del suo percorso artistico: gli studi, gli incontri con scrittori e personalità in vista del mondo dell’arte, le varie mostre che hanno accompagnato la sua crescita professionale, fino all’apertura di un proprio spazio espositivo. Accanto al binario biografico, scorre quello dell’analisi dei temi fondanti della sua produzione artistica, come la visione della donna che ella ritiene minacciata dai moderni stereotipi. Affascinante è il modo in cui l’artista racconta della nascita di alcune sue opere come la statua vivente “Abi-tabile”, che possiamo ammirare già in copertina,la cui ispirazione la “sorprende” mentre una sera sta guardando la tv. Consiglio questo libro a chiunque voglia spalancare una finestra sul mondo meraviglioso dell’arte, dalla quale osservare ammirati il processo imprevedibile attraverso il quale, partendo da un lampo d’ispirazione, si arrivi alla produzione di un’opera portatrice di un messaggio concreto, ma anche a chiunque voglia leggere la storia di una donna che è riuscita a perseguire i propri sogni, trasformando la sua passione nel suo lavoro.
Valeria Davoli
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