Nel cuore della notte di un mese fra la primavera e l’estate, un temporale lo sveglia e lo porta sul balcone, fra erbe e aromi del suo piccolo orto: cosi Vittorio Stagnani inizia a raccontare , a “donzelle” e “cavalieri di gola”, la sua passione per la cucina e per la sua terra. Il mondo che Stagnani presenta nel suo libro, che Non è un libro di cucina, o meglio non è solo, è fatto di vita quotidiana, di sapori, di odori, di ricordi . Non a caso l’autore, fra una ricetta e l’altra, parla di sé, della sua vita, della Puglia e della grande passione, per i suoi prodotti e per la cucina.
Così succede, mentre si legge la ricetta della focaccia barese, del calzone , di riso patate e cozze di trovarsi in luoghi ed ambientazioni suggestive e Il viaggio gastronomico diventa un viaggio vero e proprio: il mercato di via Montegrappa, la Basilica di San Nicola a Bari, e ancora la Valle d’Itria fino al Salento e la Murgia. Due gli ingredienti speciali : la nota di colore, conferita dalle immagini che accompagnano il testo, acquerelli creati dallo stesso autore e le interviste immaginarie a grandi cuochi e studiosi di gastronomia, Un “botta e risposta” dal ritmo a volte incalzante spillando verità gastronomiche e perle di saggezza cultural-culinaria. Al lettore sono offerti anche spunti di riflessione , per citarne uno, la nobile arte del saper cucinare gli avanzi, con tale fantasia da rendere “principe anche un ranocchio” così da regalare una inaspettata bontà che evita allo stesso tempo gli sprechi nell’era della crisi globale in cui ci troviamo. Ma il testo non si esaurisce qui: i diversi riferimenti attuali di piatti e luoghi, rendono l’opera, fra le righe, una sorta di vademecum per ricercare e trovare i posti dove riscoprire la buona cucina , : come si dice, l’appetito vien mangiando, e così leggendo questo testo, non si può fare a meno di peccare… di gola.
Valeria Davoli
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